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Divanetto d'autore con Antonio Elia

Se no

Giovedì 11 ottobre alle ore 18:00 in Sala Blu
Divanetto d'autore con Antonio Elia
Presentazione del libro "Se no"
con la partecipazione del prof. Massimo Ferrari


INGRESSO LIBERO E GRATUITO

Lungo una direttrice geografica ben precisa, si snoda una storia densa d’ incertezze e precarietà. All'indomani della crisi della coltivazione del tabacco nel Salento del secondo dopoguerra, una famiglia di migranti del Meridione tenta di ricominciare nel profondo nord Italia. Molti anni più tardi, i due protagonisti, Luigi e Tommaso, affronteranno un viaggio, reale e metaforico, nella loro terra d’origine, per recuperare un passato che è stato loro negato. Il ritrovarsi, però, non è privo di conseguenze. Entrambi segnati da un’infanzia drammatica, sapranno spogliarsi, non senza fatica e lacerazioni, dei fardelli e delle resistenze che da sempre li opprimono, trovando l’uno nell'altro un ancoraggio sicuro e inaugurando una nuova fase delle loro vite. Un romanzo dagli stili continuamente cangianti che indaga a fondo la tematica della migrazione.

L’autore narra, attraverso le intricate biografie dei protagonisti, la definizione dell’identità personale, sottolineando quanto siano fondamentali gli affetti e la condivisione in un mondo che tende a sovrastare e annichilire il singolo con la propria crudeltà.

 

Il titolo del romanzo è l’acronimo di Sud Est - Nord Ovest e indica la direttrice geografica lungo la quale la vicenda si svolge; ma dà anche un senso d’incertezza e di precarietà. La storia, infatti, origina da una situazione di precarietà, la crisi della coltivazione del tabacco nel Salento del secondo dopoguerra, e coltiva in tutti i personaggi questa condizione esistenziale dominante nella società contemporanea. Complice la crisi economica, certamente, ma non soltanto, perché è il segno distintivo di un modello di vita (le vite di corsa, la società liquida) che ci sovrasta, imponendo stili continuamente cangianti, obbligandoci alla continua rincorsa di beni che garantiscono uno status e danno un’identità.I due protagonisti (Luigi e Tommaso), la cui infanzia è segnata da eventi drammatici che ne hanno determinato le vite e condizionato i caratteri, sono persone in crisi, in cerca di identità, sentono confusamente il bisogno di ancoraggi sicuri, di qualcosa che dia un senso alle biografie personali e al loro passaggio sul palcoscenico della vita.
Al termine della storia, pur tra incertezze e dubbi, credono di aver trovato qualcosa. Sono convinzioni e desideri diversi da quelli che incarnano l’uomo di successo nella società contemporanea.
Luigi e Tommaso sono indubbiamente uomini di successo, ma ciò non è sufficiente a realizzarli, hanno bisogno di relazioni e di affetti, di identificarsi nel passato che era stato loro negato e di essere proiettati nel futuro lungo un percorso nel quale le biografie si intrecciano e sono condivise.

La storia
Salvatore, un bracciante trentenne in esubero, nel 1957 emigra a Torino con la moglie e il figlioletto di appena un anno, dove, assunto da un’impresa edile, coltiva con soddisfazione il sogno di costruirsi una vita tranquilla e senza incertezze. Il sogno dura appena sei mesi perché un incidente sul lavoro stronca prematuramente la vita di Salvatore lasciando moglie e figlio in una situazione economica e personale disperata.
Maria (moglie di Salvatore), lacerata tra l’impulso di tornare al paese di origine e il desiderio di assicurare al piccolo Luigi una vita migliore, decide di restare a Torino, anche grazie all'aiuto (non del tutto disinteressato) di una ricca signora borghese (Luisa).
Luisa, sposata all’imprenditore Adalberto, non potendo avere figli, adotta Luigi.
Maria, dopo qualche tempo, sposa Pino, rimasto precocemente vedovo e con un figlio (Tommaso) a carico in tenerissima età.

Convergenze asimmetriche
La prima parte racconta i protagonisti del romanzo nell’attualità della loro vita negli anni compresi tra il 2005 e il 2008.
Tommaso, un affermato professore universitario di economia accompagna Luigi nella sua ricerca, ma l’accompagnamento è anche occasione di riflessione sulla propria vita incompleta e prigioniera di un passato irrisolto.
Luigi, un affermato imprenditore, all’età di cinquant’anni viene informato dalla madre adottiva della sua condizione anagrafica. La rivelazione sconvolge le vite di Luigi e di Tommaso, al quale il primo si rivolge perché lo accompagni nel percorso di conoscenza della madre naturale e nel processo, lacerato e rabbioso, di ricerca della propria identità in crisi dopo la rivelazione della madre adottiva. Le due anziane signore escono presto di scena per cause anagrafiche. Il loro travaglio interiore e il dolore del segreto che ambedue hanno custodito per tutta la vita e che le ha consumate continua, tuttavia, a riflettersi sulla vita e sulle scelte dei due uomini che a questo punto inevitabilmente s’intrecciano.

Radici
La seconda parte racconta l’affannosa e tormentata ricerca d’identità di Luigi, accompagnato da Tommaso, attraverso il viaggio, reale e metaforico, che ambedue compiono nella terra dei loro genitori, in un Salento scintillante e contraddittorio, ricco di suggestioni e problematico, dove ambedue, finalmente, si ritrovano e si riconoscono. Il ritrovarsi, però, non è privo di conseguenze.
Silenzi e note di una sinfonia nuova ed Epilogo La terza parte illustra gli esiti della ricerca e il processo che porta Luigi e Tommaso a ristrutturare le loro vite modificate nel profondo. Due anni dopo il primo viaggio di Luigi in Salento, si ritrovano, oramai uomini diversi, modificati e pacificati, ancora una volta in Salento, nella casa del nonno di Tommaso, diventata il faro simbolico del nuovo corso, ad inaugurare una nuova fase delle loro vite rinnovate. Per conquistarla hanno dovuto spogliarsi, non senza fatica e lacerazioni, dei fardelli e delle resistenze che li avevano frenati in precedenza. Il cambiamento li ha proiettati in un mondo di relazioni più gratificanti e piene in cui avranno un ruolo importante sia il recuperato rapporto con i figli, in precedenza conflittuale o inesistente, sia la presenza di due nuove compagne che hanno condiviso l’ultimo tratto della ricerca identitaria dei protagonisti.

Una recensione di “Se No”
di Martino Pellegrino
https://antonio-elia.blogspot.com/2018/04/m-pellegrino-recensisce-se-no.html

Da professore di economia a romanziere il passo è lungo. Ma Antonio Elia l’ha tentato - e con successo, senza salti mortali.
Il romanzo fresco di stampa presso l’editrice L’Erudita, Se No, lo mostra chiaramente.
Narra la vicenda di due cinquantenni che scoprono di essere fratelli sui generis: Luigi, figlio di Salvatore e di Maria, in tenerissima età è stato adottato da Luisa, mentre la madre naturale si è risposata con un vedovo che ha un figlio, Tommaso, di cui lei diventa la seconda madre.
La scoperta scombussola la vita dei due, tanto che dovranno passare due anni di percorso, condiviso nell’implacabile analisi, perché si arrivi alla catarsi.
Il romanzo percorre con una serie di flashback la loro vita, professionalmente eccellente, dirigente d’azienda Luigi, professore universitario Tommaso; ma il campo affettivo è pressoché fallimentare, per l’uno come per l’altro.
La traiettoria geografica è indicata nel titolo, che con un felice acronimo indica il Nord-Ovest e il Sud-Est, vale a dire Torino-Milano dove accade gran parte della vicenda e il Salento, da cui erano stati costretti ad emigrare i genitori di Luigi e che torna continuamente alla ribalta non solo per i rimandi memoriali ma perché lì si dipanerà la matassa che pareva irrimediabilmente arruffata.
Detta così sommariamente, la trama non rende giustizia della natura del romanzo, né per il contenuto né per la forma narrativa.
Infatti il professor Elia riesce a iniettare dosi consistenti di economia che il romanziere Elia fonde con la sociologia del Meridione e la fenomenologia delle relazioni interpersonali.
Il Sud si arricchisce progressivamente di differenti valenze, da quella culinaria a quella folcloristica, da quella storica a quella mitica. Per un lettore che vive altrove non pare vero che nel Salento sia nata e perduri tanta ricchezza nell’arte, nei miti immortalati da filosofi e poeti e passati per vie sotterranee nelle saghe popolari nonché nel vissuto delle persone, capaci di affrontare le tragedie con ammirevole dignità e consapevolezza.
I percorsi affettivi dei due fratelli sono per varie ragioni accidentati, e occorre il coraggio dell’analisi, dell’introspezione, del confronto anche impietoso per far emergere contraddizioni, responsabilità, condizionamenti, limiti, a condizione che l’amore della verità non deroghi mai al rispetto, anzi alla misericordia per l’altro.
Chi leggerà il romanzo con l’occhio attento all’economia e alla sociologia si troverà costantemente indirizzato al versante affettivo dei due comprimari, ma patirà pure i sensi di colpa delle loro madri protrattisi per decenni per trovare solo in extremis la possibilità del riscatto; inoltre conoscerà le vicende travagliate e non sempre con esito felice di vari altri personaggi che a vario titolo diventano parte tutt’altro che accessoria del racconto.
Analogamente chi sarà mosso più da interessi psicologici e relazionali scoprirà di leggere con non minore attenzione la tematica dell’economia, del lavoro, dell’emigrazione.
Per la forma narrativa basti dire che l’autore sa passare con accorta disinvoltura dal presente al passato, dalla cronaca al mito, dalla narrazione al saggio, grazie all’alternanza tra flashback e tuffo nell’attualità; lo stile che nulla concede all’ovvietà e alla banalità sa essere gradevole per l’uso di metafore, per l’abbondanza delle citazioni, per la godibile descrizione di un piatto tipico del salentino a cui può seguire la dotta e originale descrizione del pavimento museale nel duomo di Otranto.
A palati fini, a lettori nostalgici del Sud o interessati a visitarlo, ma anche a occasionali acquirenti del romanzo, viene offerta l’opportunità di passare ore arricchenti in compagnia di queste trecentotrenta pagine.


ANTONIO ELIA

Nato in Salento, vive a S. Croce di Cervasca.
Docente di materie giuridiche ed economiche, Supervisore del tirocinio presso la Scuola Superiore per l’Insegnamento (SISS) del Piemonte, Giudice presso la Commissione tributaria regionale del Piemonte. Ha pubblicato testi di economia e numerosi articoli di didattica dell’economia e del diritto.
Si approccia alla narrativa con il romanzo Andavamo lontano (2014), affrontando i temi delle migrazioni di ieri e di oggi. Con questo nuovo lavoro (Se No), che, in parte, riprende il motivo dell’emigrazione e degli effetti che lo sradicamento sociale può produrre sui figli degli immigrati, osservo la tematica dell’identità personale e della ricerca delle radici profonde dell’essere.

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