Divanetto d'autore con Raffaella Riba

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Libertà è sognare, sognare è libertà

Giovedì 22 marzo 2018 ore 18:00 in Sala Blu
Divanetto d'autore con Raffaella Riba
Presentazione del libro "Libertà è sognare, sognare è libertà"

INGRESSO LIBERO E GRATUITO

Partendo da un sogno rimasto a lungo chiuso in un cassetto - quello di scrivere un libro per ragazzi durante gli anni del Liceo - e dal desiderio di muoversi con la fantasia in un contesto storico, ma senza l’assillo delle date, dei nomi, delle battaglie da ricordare, l’Autrice, nata a Dronero, ha trovato una nuova determinazione per la realizzazione del suo progetto nella nascita della figlia Aurora.

Intervista a Raffaella Riba

Una storia divertente, avventurosa ed al tempo stesso educativa. Qual è stato il fattore scatenante che ti ha indotto a scrivere il tuo libro?
Principalmente per condividere con gli altri le mie idee e i miei pensieri. Mi piace pensare che quello che dico sia condiviso da altre persone, mi scalda il cuore e mi fa sentire parte attiva di un piccolo mondo. Non potrei comunicare a voce quello che sento, non ne sono mai stata capace, vuoi perché sono timida vuoi perché mi emoziono, ma la scrittura mi aiuta a liberarmi, in quanto in quel momento sono nel mio mondo sola e tranquilla senza timori e freni. Perché i ragazzi? Perché è più facile, il linguaggio è diretto senza troppi fronzoli, la loro immaginazione è viva e rende tutto più reale e più appassionante. Si può parlare di qualsiasi argomento usando la fantasia per renderlo divertente e avventuroso, ma senza omettere la parte educativa, che si trova in tutte le favole, cartoni animati e film. Anzi ritengo che senza un cattivo i buoni non potrebbero trionfare.

Nella prefazione del tuo libro citi alcune persone che hai incontrato nel tuo percorso scolastico, e sorridi al solo pensiero di essere riuscita a scrivere il tuo romanzo … vuoi svelare chi ha sempre creduto in te?
La persona di cui parlo nella mia prefazione è Anna Bagnus, anche lei timida come me, la quale a differenza mia a scuola andava molto bene e studiava, mentre io ero più pigra e incosciente. Un giorno le scrissi una breve storiella sul suo diario – a dimostrazione della mia attenzione rivolta alla lezione in classe – storiella che parlava di un avventura vissuta da un topolino: il suo commento era stato: “sai che è carina, potresti avere un futuro!”. Era buona estremamente buona, ma intanto mi aveva messo questa pulce nell’orecchio, che se ne stava lì in attesa. Sicuramente il sostegno di mio marito nel provare a realizzarlo è stato determinante, come è stata importante la fiducia incrollabile che i miei genitori hanno sempre avuto in me in tutte le occasioni in cui ce n’è stato bisogno. Non ultimo Primalpe che ha creduto in me.

Definisci l’agenzia di viaggi come la seconda casa, dove Chiara ha la possibilità di stare più tempo assieme ai genitori e nonni. Leggendo alcuni titoli dei capitoli citi la famiglia, la curiosità, l’obbedienza, la tranquillità, la punizione … modi appunto del tuo essere e del tuo agire quotidiano?
Diciamo che il libro mi rispecchia nella sua totalità, infatti come ho detto prima nella scrittura do il meglio e il peggio di me a seconda di come uno lo valuti. Ritengo che i personaggi rappresentino i vari aspetti della mia personalità e quindi anche in me esiste una parte cattiva, come credo un pò in tutti senza offesa naturalmente, ma almeno nel libro la parte buona è in superiorità numerica e quindi vince; nella realtà lascio a voi giudicare se sono più buona o cattiva.

“VIAGGIARE E’ SOGNARE SOGNARE E’ VIAGGIARE” è la tua prima opera. … Quanto c’è di te in questa storia? Nel libro citi la Scozia, il Canada, le isole Porquerolles, mete che hai visitato realmente, allora nulla è casuale … tutto era già ben definito! Confermi?
Vi ricordate la pulce di prima, quella nel mio orecchio? Grazie a quello o quella ho iniziato, quando capitava, a buttare giù delle idee per scrivere storie, racconti e altro Prima della nascita di mia figlia avevo iniziato a pensare di scrivere delle avventure ambientate nelle varie epoche storiche e dopo la sua nascita questi pensieri hanno iniziato a prendere forma e da lì il libro. E’ chiaro che ho fatto tesoro delle mie esperienze per rendere il tutto più vicino possibile alla realtà sia parlando del presente che del passato, per il quale mi sono documentata non avendo potuto viverlo direttamente per ovvi motivi!

Chiara e Alberto vivono un’esperienza unica nel 1300, un mondo tutto diverso senza bar e senza negozi, dove le persone che incontrano sembrano quasi non vederli. Poi citi una scena che sembra assomigliare al palio di Fossano, ti senti legata al nostro territorio o avresti voglia di vivere tu nell’epoca del medioevo?
Direi entrambe le cose. Ritengo che il luogo dove nasci e cresci lasci un’impronta profonda sul tuo carattere, sulle tue abitudini e sul tuo modo di vivere, mentre provare a vivere nel medioevo aiuterebbe ad apprezzare maggiormente tutto quello che oggi abbiamo sia a livello qualitativo che quantitativo in particolare per il mondo femminile.

Nel romanzo affermi che le comunicazioni tra uomini non sono poi così progredite negli anni; e descrivi una donna che influenza molto le opinioni e le idee di un uomo potente, uomo che sa ASCOLTARE, a differenza degli uomini di questo tempo che ignorano i consigli delle donne … credi sia sempre così?
Non sono una femminista. Penso che ci siano lavori idonei agli uomini e lavori idonei alle donne, se poi noi donne siamo così brave a fare praticamente tutto, non è colpa nostra! Scherzi a parte direi che come donna mi ritengo fortunata a vivere in quest’epoca perché con il carattere che ho sarebbe stato difficile stare zitta, non replicare ed accettare le decisioni altrui riguardanti la mia vita. Oggi esiste ancora la disparità, ma a volte mi chiedo se non siamo anche noi donne a cercarcela. Diciamo che l’uomo continua a guardare all’aspetto esteriore come prima cosa, ma alcune donne continuano loro stesse a dare una grande importanza a quello vuoi perché i complimenti le gratificano vuoi perché questo le da sicurezza.

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